lunedì 8 novembre 2010

Tintoretto

E' possibile scaricare la lezione su Jacopo Comin Robusti, detto il TIntoretto



Allego anche un articolo (in inglese...ma tanto siamo poliglotti!) sulla scoperta del vero nome di questo artista http://www.cbc.ca/arts/artdesign/story/2007/01/21/tintoretto-name.html?ref=rss

Il Realismo: Courbet, Manet

E' possibile scaricare la presentazione sul Realismo, in particolare su Courbet e Manet



Segnalo anche questo approfondimento, presente sul sito del Musée d'Orsay di Parigi, che ospita molte opere di questi artisti http://www.musee-orsay.fr/it/collezioni/scheda-courbet/il-realismo.html

L'arte bizantina a Ravenna

Disponibili per il download le slide relative alle lezioni sui mosaici di Ravenna





Qui, invece, il video relativo alla realizzazione delle tessere musive

domenica 10 ottobre 2010

Introduzione alla storia dell'arte: Archeologia

Ecco l'ultimo file per gli studenti di 3A Erica. Ricordo a tutti (e specialmente agli assenti) che sabato, alla prima ora, faremo un test, su tutti gli argomenti affrontati fino a sabato 9 incluso.

Buono studio!
il prof.

sabato 9 ottobre 2010

Il Manierismo Fiorentino: Pontormo e Rosso Fiorentino

In questa presentazione, la fantasia e i colori di Pontormo e di Rosso Fiorentino. A proposito di colori, vi ripropongo la lettura fatta in classe tratta da Pasolini:

Pànfete, un'altra volta - a stacco netto la Deposizione del Pontormo a colori, coi colori che sfolgorano in pieno petto. Colori? Chiamali colori...

Non so... Se prendete dei papaveri, lasciati nella luce del sole d'un pomeriggio melanconico, quando tutto tace («perché mai nessuna donna cantò - alle tre del pomeriggio»), in un ardore di cimitero - se li prendete e li pestate, ecco, ne viene fuori un succo che si secca subito; ebbene, annacquatelo un po', su una tela bianca di bucato, e dite a un bambino di passare un dito umido su quel liquido: al centro della ditata verrà fuori un rosso pallido pallido, quasi rosa, ma splendido per il candore di bucato che cià sotto; e agli orli delle ditate si raccoglierà un filo di rosso violento e prezioso, appena appena sbiadito; si asciu- gherà subito, diventerà opaco, come sopra una mano di calce... Ma proprio in quello sbiadirsi cartaceo conserverà, morto, il suo vivo rossore. Questo per il rosso.
Il verde...
Il verde è l'azzurro delle foglie dei vasconi...

Di sera, quando le campane suonano e le donne cantano, sulle soglie. E, nella pace gentilizia del giardino, scende la notte come l'ombra di un temporale: le foglie stanno immobili sotto il pelo dell'acqua, e si fanno sempre più azzurre, finché diventano verdi. Ma è verde o azzurro? Così si sono vestiti certi soldati crudeli, nei secoli. Lanzichenecchi o SS: e se ne sono andati e riempire gli ossari del mondo col ricordo del colore di quel loro panno - perduto nei crepuscoli di temporale.

Ma accanto all'azzurro che si fa verde nelle vene e nel velluto delle foglie d'acqua, resta il verde vero: quello rozzo dell'erba medica, macchiato solo dal bruno della terra leggermente [...]


La cultura del gotico internazionale

Pronto per il download (ricordo che è necessario iscriversi al servizio sldeshare)
il file con le immagini della lezione sul gotico internazionale

Introduzione alla storia dell'arte: composizione

Sotto la presentazione potete trovare il testo della lezione, per chi non avesse avuto la fotocopia. Buono studio ;)



3. 1 La superficie come piano della composizione

Un affresco, un quadro, una fotografia, un manifesto differiscono tra loro per molti aspetti: il tipo di supporto, i materiali, le tecniche esecutive. Una cosa però li accomuna: tutti hanno uno sviluppo bidimensionale. Essi consistono cioè di immagini che si sviluppano su di una superficie, dotate quindi di larghezza e altezza, ma prive della terza dimensione: la profondità.
Gli artisti hanno spesso sentito questa come una limitazione e hanno perciò cercato di dotare le loro opere di una profondità fittizia, illusoria, facendo ricorso alla prospettiva, al chiaroscuro e ad altri mezzi per potenziare gli effetti spaziali dell'immagine. Anche dinanzi a tali opere noi dobbiamo però tenere ben presente l'ammonimento di quel pittore che ricordava come un quadro, prima di essere una battaglia o un vaso di fiori, sia un insieme di forme e di colori distribuiti su una superficie. Dobbiamo cioè abituarci a vedere gli oggetti rappresentati come masse, legate da un certo rapporto di posizione, di grandezza, di forma, di orientamento.

In questo modo ci sarà più facile penetrare nella dimensione puramente compositiva dell'opera d'arte, capire cioè i criteri seguiti dall'artista nella costruzione dell'immagine. Tali criteri tengono conto innanzitutto della forma, delle dimensioni, della struttura e della dinamica interna del piano compositivo, cioè, in breve, delle caratteristiche visive del formato che ciascun supporto può assumere (sia esso una parete da affrescare, una tela da dipingere, un foglio di carta su cui disegnare, imprimere o stampare l'immagine).

Formati quadrangolari. Entrando in un museo ci troveremo, nella maggior parte dei casi, dinanzi ad opere di formato rettangolare. Si tratterà più frequentemente di rettangoli alquanto compatti. Più rari saranno i casi di formati perfettamente quadrati o, viceversa, di rettangoli in cui una delle dimensioni sopravanzi di molto l'altra. Tutti i formati quadrangolari hanno però in comune una struttura, uno “scheletro”che fornisce il riferimento di base per la distribuzione degli elementi sulla superficie. Esso è costituito dalla mediana verticale, da quella orizzontale e dalle diagonali.
In generale, quando la disposizione degli elementi segue questo tracciato strutturale, si ha una composizione che, a prescindere dal soggetto, dà l'impressione di un insieme statico, i cui elementi appaiono saldamente ancorati al piano di fondo. Quando l'artista vuole invece dinamizzare la superficie, egli colloca le sue figure al di fuori della griglia costituita dalle mediane e dalle diagonali.

Composizioni strutturate lungo l'asse verticale. Considerati singolarmente, i quattro assi che costituiscono lo scheletro dei formati quadrangolari svolgono ciascuno una distinta funzione compositiva. L'asse verticale funge, essenzialmente, da asse di simmetria. La simmetria si presenta infatti, nella sua forma più semplice, quando una configurazione risulta divisa, proprio lungo l'asse verticale, in due parti equivalenti.

Composizioni strutturate lungo l'asse orizzontale. Mentre l'asse verticale divide il piano in due metà che, dal punto di vista compositivo, sono sostanzialmente equivalenti, l'asse orizzontale lo divide in due parti geometricamente uguali, ma percettivamente diverse. La metà inferiore appare infatti più “densa” e “pesante” di quella superiore, che appare, invece, “leggera” e “dilatata”. Questa impressione è certamente legata all'esperienza della gravità: ci aspettiamo infatti, che per effetto del maggior peso, gli oggetti stazionino in basso.

Composizioni strutturate lungo le diagonali. Se l'asse verticale e quello orizzontale sono il riferimento fondamentale per composizioni di carattere statico, le due diagonali fungono invece da vettori di movimento. In altre parole esprimono movimento, anche se non in modo così spiccato come avviene nel caso delle oblique libere. Poiché noi tendiamo a “leggere” l'immagine seguendo un andamento che va da sinistra a destra, la diagonale dall'angolo in alto a sinistra verso l'angolo in basso a destra viene vissuta generalmente come discendente; viceversa l'altra è percepita come ascendente.

I rettangoli allungati. Più il formato rettangolare si allontana dalle proporzioni del quadrato e più importanza assume la dinamica interna al piano compositivo. Nei formati molto allungati si esaspera l'asimmetria alto – basso e l'asse verticale assume più decisamente il carattere di vettore dinamico. Anche le diagonali, avvicinandosi alla verticale, acquistano maggiore potenzialità dinamica. I formati ad andamento spiccatamente orizzontale, invece, favoriscono il movimento da sinistra verso destra. In questo caso l'asse verticale non si impone più come fulcro dell'intero piano compositivo: ciò esclude, generalmente, la possibilità di organizzare la composizione subordinando le varie parti ad un solo elemento centrale e dominante.

Formati circolari. Più ancora del quadrato, il formato perfettamente circolare suggerisce soluzioni compositive fortemente centralizzate. Il fulcro della composizione è, in questo caso, il centro, spesso supportato da strutture di supporto costituite da forme poligonali inscritte nel centro. Accettando la dinamica interna imposta dal formato, gli artisti costruiscono a volte la loro composizione su direttrici che ne riprendono l'andamento rotatorio.

Formati composti. Un formato intermedio tra quello circolare e quello quadrangolare è quello ellittico. L'ellisse, infatti, delimita il piano compositivo senza imporre tagli angolari, il che ne rende più sciolta la dinamica interna rispetto al quadrato o al rettangolo; al contempo possiede quell'orientamento assiale che manca al centro.
A volte, quadri di diverso formato vengono conglobati entro un'unica struttura, venendo così a formare un polittico. Di soggetto prevalentemente religioso, il polittico comprende generalmente uno scomparto principale, al cui struttura si subordinano le composizioni degli scomparti secondari.


(tratto da DIEGOLI, GRANATA, HERNANDEZ, Introduzione all'Arte)

Introduzione all'arte: Iconografia

Iconografia paleocristiana

Come rappresentavano la loro fede i primi cristiani? La risposta nella presentazione (da studiare!)




Buono studio!
il prof

venerdì 1 ottobre 2010

Introduzione all'arte - linea e colore

E' possibile scaricare la presentazione proiettata durante la lezione di giovedì scorso, sul significato visivo e simbolico della linea e del colore.



Commentate e...studiate ;)

il prof.

Basiliche paleocristiane: Roma e Milano

Sono disponibili per il download le due presentazioni relative all'architettura paleocristiana di Roma e Milano.
Per approfondire lo studio delle basiliche ambrosiane, vi segnalo due pagine in cui potete trovare del materiale di buona qualità:

il complesso episcopale

I luoghi di Ambrogio


Piccolo dettaglio: per scaricare i file è necessario iscriversi a slideshare, un servizio di condivisione di presentazioni. E' totalmente gratuito, spero che la cosa non costituisca un problema.
Attendo feedback e segnalazioni, in commenti o email.

Buono studio!
il prof.



Nuovi compagni

Da oggi, anche per gli studenti della 3A e della 4A erica dell'ITPA di Gavirate è possibile utilizzare lo spazio del blog. A tutti un benvenuto e l'invito a intervenire, con i commenti (firmandoli, possibilmente!), le segnalazioni...e le idee!

il prof.

giovedì 9 settembre 2010

Pronti a ripartire!

Mancano ormai pochi giorni alla ripresa delle lezioni...evento che immagino accoglierete con gioia e impazienza ;)

Tra poco, quindi, riprenderà vita anche il blog, con il consueto post successivo alle lezioni, qualora vengano usate presentazioni multimediali, e gli approfondimenti per lo studio.
Ci sarà qualche novità, in particolare ho cercato di rimediare ai problemi di download che qualcuno aveva segnalato, appoggiandomi a un altro servizio di hosting.
Presto altre novità...ci vediamo settimana prossima a scuola!

il prof.

sabato 20 marzo 2010

Invito!


Cari tutti,
vorrei invitarvi all'inaugurazione di una mostra che ho curato per conto del mio comune. L'artista si chiama Benito Trolese, ed esporrà una serie di opere legate alla Crocifissione, ma non solo. E' un'occasione bella, anche per conoscere e sentire dal vivo l'esperienza di un artista.
L'evento sarà sabato 27 marzo, alle ore 18, presso la chiesa di S. Carlo a Germignaga.

Alla sera, poi, alle 21, ci sarà un concerto di musica sacra polifonica di un coro di Milano, gli Amici Cantores.

Vi aspetto!

3 A...un'indicazione per lo studio e...una curiosità

Carissimi, in vista della terza prova, vi suggerisco di rivedere bene gli ultimi argomenti, da Bellini al rinascimento a Firenze e Milano (Bramante - S. Maria presso S. Satiro e S. Maria delle Grazie e Leonardo, Adorazione dei Magi e Vergine delle Rocce).

Dopo questa breve ma doverosa indicazione, volevo segnalarvi una cosa interessante. Vi ricorderete di quando, durante la lezione sull'adorazione dei Magi, qualcuno di voi sostenne di vedere sulo sfondo due figure che si baciavano. E' un fenomeno, questo, noto con il nome di "PAREIDOLIA": il nostro cervello, cioè, tende ad identificare ciò che no riesce a distinguere, assimilandolo a forme conosciute, soprattutto visi. Alcune immagini sono, da questo punto di vista, sconvolgenti...ecco la più celebre
Insomma...tutti voi credo vediate un volto barbuto, che automaticamente associamo al volto di Gesù. Ma se osservate questa seconda immagine, modificata per mettere in evidenza cosa in realtà rappresenta la foto, capirete come siamo stati ingannati dal nostro cervello!

Incredibile, non trovate?

sabato 20 febbraio 2010

3A: Indicazioni per il compito in classe

Come da voi richiesto, ricapitolo gli argomenti da studiare per il compito di lunedì.

Piero Della Francesca: pagine 190 - 199
Antonello da Messina: pagine 200 - 202
Mantegna: pagine 206 - 209; 226 - 231
Giovanni Bellini: pagine 214 - 216

Una festa per gli occhi

Carissimi,
con ancora negli occhi le stupende opere viste nella visita di ieri (e nelle orecchie la voce stentorea di Daniele che declama Matteo Bandello :P), vi segnalo il sito citato ieri dalla bravissima guida che ci accompagnato

Haltadefinizione.com

dove potrete "avvicinarvi" in modo incredibile al capolavoro di Leonardo e scoprire dettagli invisibili a occhio nudo.

domenica 7 febbraio 2010

3A: Indicazioni per lo studio

Carissimi,
in vista della prossima lezione le pagine da studiare sono pochine: l'introduzione a pag. 210, la scheda d'opera pag. 214 (pietà di Brera), l'introduzione a pag. 135.

Buona domenica!
Il prof.

giovedì 4 febbraio 2010

Fusione a cera persa

Eccovi lo schema della tecnica della fusione a cera persa

fusione a cera persa

mentre qua sotto potete rivedere il video proposto in classe relativo a questa affascinante tecnica.

Slide sul barocco

Carissimi,
pronte per il download le slide con l'introduzione al barocco.
Al solito, cliccate al link sotto per arrivare alla pagina col file.

scarica il file

Buono studio!

venerdì 29 gennaio 2010

Comincia il countdown...

Primo momento ufficiale di avvicinamento alla famigerata maturità...le materie! Sin da adesso, un grande in bocca al lupo!

martedì 19 gennaio 2010

I sacri monti prealpini

Particolare della scena della Natività, Sacro Monte di Varese

Carissimi, per lo studio dell'argomento della scorsa lezione, oltre alle pagine del libro di testo e agli appunti della lezione, potete anche dare un'occhiata a questo bel testo, che si può sia consultare online che scaricare integralmente: http://www.sacrimonti.net/User/index.php?PAGE=Sito_it/pub_luoghi_pellegrinaggio

Consigliatissima, poi, una visita al "nostro" S. Monte di Varese, magari utilizzando le belle audioguide scaricabili sul proprio lettore Mp3 realizzate dal sito ArteVarese.com: http://www.artevarese.com/av/admin/master/newadmin/tc.php?tcid=3&cmd=pres

Piero Della Francesca

Piero Della Francesca, Dittico Montefeltro
(Ritratto di Battista Sforza e di Federico da Montefeltro), Firenze, Galleria degli Uffizi


Per lo studio dell'opera di Piero della Francesca, vi rimando alle pagine da 190 a 199 del libro di testo, consigliandovi, come sempre, di scaricare anche le immagini mostrate a lezione, cliccando sul link sottostante.

Scarica il file

Per chi si fosse appassionato a questo enigmatico pittore, consiglio di visitare il sito www.pierodellafrancesca.it, dove potrete trovare una serie di testi relativi a restauri degli affreschi, come pure le animazioni mostrate in classe.

Buono studio!

lunedì 18 gennaio 2010

Alle cucine economiche di Porta Nuova


Attilio Pusterla, Alle cucine economiche di Porta Nuova, 1887, Milano, Galleria d'Arte Moderna

Quest'opera, per lungo tempo ritenuta l'unica superstite del catalogo di Pusterla, è stata anche la fonte di una sua parziale fortuna, presentandosi indubbiamente come una delle tele più interessanti nel panorama della pittura della seconda metà del secolo XIX.

Partiamo, nell'analisi del dipinto, dal titolo prescelto. Pusterla ci mostra, in questa scelta a mio parere per niente casuale, il suo punto di vista privilegiato della sua pittura. Suo obiettivo non è mostrarci l'interno di uno spazio assistenziale, uno tra gli spazi della topografia milanese, ma indurci ad osservare le persone che si recano alle cucine economiche: l'obiettivo è fissato sulle storie, i volti.

Egli, pure, raffigura uno spazio reale: le cucine dell'Opera Pia Cucine Economiche, inaugurate nel 1883 presso Porta Nuova, ed affacciate in quel tempo sul naviglio. Pur essendo cambiato completamente il contesto, lo stabile delle Cucine Economiche è tuttora esistente, quasi reliquia di una Milano che non c'è più.

Luogo quasi simbolico dell'indigenza milanese, esse furono ideate in una zona, quella di Porta Nuova, caratterizzata da grande dinamismo economico, segnata dalla presenza di industrie come la Grondona, l'Elvetica, la Pirelli, per non parlare delle attività legate al trasporto ferroviario. Tutto ciò aveva determinato un consistente afflusso di popolazione operaia, “che aveva trovato alloggio in tipologie residenziali ubbidienti alla logica elementare di minimizzare la spesa dell'abitazione sui modestissimi redditi”, attratta dalle vicine industrie. Nella scelta del luogo non fu neppure estranea la considerazione sulla vicinanza di una linea del tramway.

Sorto al fine di garantire pasti di buona qualità e a prezzi calmierati ad operai e famiglie non abbienti, l'edificio era incentrato su di un vasto refettorio, capace di ospitare fino a 160 ospiti. E' questo lo spazio che Pusterla sceglie di raffigurare, con un taglio compositivo ardito, quasi fotografico, e con una forte attenzione all'esattezza del dato reale, tanto che l'immagine è facilmente confrontabile con testimonianze figurative, con intenti evidentemente differenti, provenienti dalla stampa periodica dell'epoca. Solo una licenza dell'autore è macroscopica: ai tavoli sono raffigurate anche alcune donne, mentre secondo gli studi in realtà era operata la divisione tra i sessi. Il dato che più impressiona è lo spazio interno, interamente congestionato di persone, tanto che a malapena si riesce ad osservare una parte di uno dei tavoli, in primissimo piano. I personaggi presenti sono delineati con buona varietà fisionomica, ben individuati nei primi piani, poi via via sempre più sfumati, resi a macchie di colore. Si osserva anche, quasi ad accrescere il tono “documentaristico” dell'opera, la scelta di Pusterla di inserire le scritte realmente esistenti nel locale. La gamma cromatica, piuttosto chiara, della tela, si gioca quasi interamente su tre toni: bruno, ocra, celeste. Escono da questo schema le due improvvise accensioni di rosso sul copricapo della vecchia raffigurata di spalle, e l'abitino della commovente bambina addormentata in braccio alla madre, uno dei pochi personaggi in piedi. Non vi è azione, se non quella legata al nutrirsi; per citare un articolo che esamineremo tra poco “è un abbassarsi e levarsi veloce di teste; è un acciottolio continuato”; se ne discostano solo due figure femminili, la madre in piedi e una ragazza, che col volto un po' assorto osserva al di là delle teste che ha di fronte.

Dobbiamo osservare come nella critica successiva siano dominanti due linee di lettura dello stile di Pusterla in quest'opera: da un lato coloro i quali vedono forte un'impronta di stampo “impressionista”, suggestionati, come si diceva, dagli echi manettiani presenti nel dipinto, come anche dalla luminosa gamma cromatica; dall'altra parte, coloro i quali, a partire da quest'opera, mirano a vedere nel pittore milanese un anticipatore, o un “fiancheggiatore” delle ricerche divisioniste.


domenica 17 gennaio 2010

La tecnica dello smalto

Fibule merovinge, VI sec. circa.


A questo indirizzo potete trovare un utile testo che spiega, più nel dettaglio, le tecniche di lavorazione dello smalto che sono state introdotte in classe a proposito della oreficeria longobarda e, in genere, medioevale.


http://www.isapoggiardo.it/Materiale_sito/GLI%20SMALTI.pdf